L’incontro tra il mondo dell’attaccamento e quello della terapia familiare, è frutto anche della sinergica collaborazione tra Patricia Crittenden e Rodolfo de Bernart.
Allieva di Mary Ainsworth e fondatrice e presidente dell’International Association for the Study of Attachment (IASA), la Crittenden è l’ideatrice del Modello Dinamico-Maturativo (DMM) dell’attaccamento e dell’adattamento. Il suo contributo nella ricerca e nella didattica presente nel libro è considerato da alcuni dei suoi colleghi innovativo a tal punto da poter cambiare nel lettore la sua visione della psicoterapia.
Venuto a mancare nel febbraio del 2019, Rodolfo è stato uno dei più importanti psicoterapeuti della famiglia europei e ha ricoperto incarichi internazionali di prestigio. È stato fondatore e direttore dell’Istituto di Terapia Familiare di Firenze (ITFF) e dal 2015 era co-presidente assieme a Patricia Crittenden dello IASA, la stessa associazione di ricercatori e clinici che fanno riferimento al DMM.
Rodolfo avrebbe dovuto partecipare alla scrittura della prefazione del libro (che gli è stato dedicato), ma ha comunque lasciato un esempio di creatività, sensibilità, generosità e intelligenza sicuramente di ispirazione per la scrittura di questo interessante manuale.
Gli autori di questo libro hanno collaborato nella ricerca di un approccio integrativo alla comprensione e al trattamento delle sofferenze psicologiche e relazionali dei bambini e delle loro famiglie.
La teoria dell’attaccamento e la ricerca di base sullo sviluppo aprono le porte all’integrazione con i metodi e contenuti di tutti i modelli sistemici familiari in un approccio inclusivo, rivolto a professionisti dell’assistenza e clinici di varia formazione: dall’educazione alla tutela dei minori, alla psicologia e psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza.
Il Modello Dinamico-Maturativo dell’attaccamento e dell’adattamento (DMM) sviluppato dalla Crittenden (1994, 1997), segue una prospettiva evoluzionistica; in accordo con quanto teorizzato anche da Bowlby, non esistono configurazioni di attaccamento patologiche, ma solo adattive o non adattive. La persona potrebbe aver sviluppato nell’infanzia una relazione di attaccamento adeguata al contesto in cui si trovava; la stessa configurazione, però, potrebbe risultare disadattiva e problematica nel contesto relazionale e sociale attuale, favorendo disturbi comportamentali o psicopatologici.
Un altro aspetto innovativo proposto in questo libro è l’originale applicazione sistematica del concetto di attaccamento alla terapia familiare. Come spiegano bene gli autori, si tratta di un protocollo terapeutico complesso e integrato, in quanto oltre a una visione evoluzionistica e sistemica, integra il punto di vista della psicoanalisi contemporanea (Peter Fonagy) con quello delle neuroscienze (Antonio Damasio, Daniel Siegel), della neurofisiologia (ad esempio la teoria polivagale di Stephen Porges), del cognitivismo (Lev Vygotsky, Endel Tulving, i sistemi di memoria) e della Cognitive-Behavioral Therapy (CBT).
Il libro considera attentamente il ciclo vitale dei pazienti e delle loro famiglie, ed è per questo che nel DMM vengono utilizzati per l’assessment dell’attaccamento e come guida al trattamento una serie di strumenti specifici per ogni fascia di età (CARE-Index, Strange Situation, PAA, SAA, TAAI, AAI, PI).